“… L’identità del soggetto non si dà già fatta, a monte rispetto ai rapporti effettivi: si realizza nel tempo, in un dramma. Essa non è fondamento a se stessa, né ha rapporto immediato, mistico, con l’Assoluto, ma è legata ai rapporti umani immediati in cui si sperimentano gli affetti, l’amore, il senso della comunità … che diventano, soprattutto oggi, ambiti in cui ricercarla. E tuttavia rimuovere dall’orizzonte dell’umano il destino, in realtà costitutivo, della generazione, significa sottrarre all’adulto la possibilità di uscire dal narcisismo dell’adolescenza attraverso la svolta esistenziale radicale che l’assunzione di responsabilità verso i figli comporta. …”
“… Solo creando, e magari strutturando in veri e propri percorsi di vita comunitari, più vaste reti di condivisione e solidarietà, è possibile rafforzare le competenze genitoriali e ridurre il disagio che l’esercizio del ruolo di guida e di punto di riferimento nei confronti dei figli comporta, facendo anzi riscoprire la gioia che accompagna l’esperienza di essere genitori.. Si tratta di favorire situazioni di relazionalità spontanea, spazi di socialità di quartiere e occasioni in cui il territorio possa tornare a vivere, i bambini a riappropriarsi dello spazio, le famiglie a ricostruire i rapporti di vicinato con legami e relazioni significative. Promuovere genitorialità e responsabilità educative diffuse, che trasmettano l’umano anche all’esterno della famiglia, a terzi, permetterà l’inversione nella tendenza dominante a considerare estranei i figli altrui. …”